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Recensioni da CANNES
Direttamente dal mercato di CANNES due recensioni nuove nuovissime, si tratta di un filma tinte SPLATTER americano, EXSCISION, e un film delirante con zombi, rapper e regine marine vendicative dalla Thailandia: DEAD BITE
EXSCISION: http://www.cangaceiro.com/recensioni/254-e/1222-excision
DEAD BITE: http://www.cangaceiro.com/recensioni/253-d/1223-dead-bite
Vorrei essere Charles Bronson! Quanto volte lo avete sentito dire?
Io mai, non ho mai sentito nessuno desiderare di essere Charles Bronson e dirlo pubblicamente. Immagino che qualcuno lo abbia desiderato in cuor suo, tra le molte persone che conosco, ma non lo ha mai reso pubblico. Ha mantenuto quel desidero rinchiuso nei meandri della sua mente, lì a girare come Jack Nicholson per il labirinto in una sequenza di Shining.
Si, sicuramente qualcuno lo avrà desiderato.
Vi dirò che ora non è il caso desiderarlo. La realtà la si può stravolgere gradatamente.
Ci sono gradi per tutto, dagli alcolici agli angoli, passando per la realtà. Già trasformarsi in Charles Bronson sarebbe irreale, lo sarebbe stato di primo grado quando l’attore era ancora in vita. Trasformarsi ora in Bronson equivarrebbe ad essere anche morti. Quindi diventereste lo zombi dell’attore, perché mica rimarreste dei morti immobili e al buio… o no?
Doppio gradi di irrealtà.
Ora, cosa centra questo con Berlino?
Se andate a vedere nel primissimo posto di questo blog avvisavo che il tutto non sarebbe stato prettamente rivolto alla città.
Touchet.
MORSI
Gli zombi, spesso ho desiderato esistessero, non per ragioni profonde quali la società e il suo annientamento, ma per ragioni personali, ragioni private per dare un tocco alla CCCP (band).
La ragione privata è che alle medie ero un appassionato di armi, sapevo tantissimo sulle armi, mi facevo spedire a casa i cataloghi della Beretta e li guardavo, li studiavo.
Era divertente, e ancora di più era immaginare la presenza degli zombi per così fare tiro a segno, segno umano, impunemente.
Il rischio di essere mangiati dava quel tocco in più, la mano tremante nel prendere la mira, il sudore nel palmo con cui bisogna imparare a convivere in un mondo morto.
A Kaiser-Wilhelm-Platz, poco lontano da casa mia, vi è un negozio di nome DECO che vende maschere dei mostri e io voglio comprarne una e andare in giro per Berlino con la faccia da mostro. Magari così riesco a ritrovare il nano col monopattino che tanto mi è rimasto nel cuore.
HO VOLATO IN VOLO
Sappiate che dopo aver volato ed essere sopravvissuto vi tormenterò col volo per un periodo non troppo breve. Ho volato ormai tre giorni fa, è stato un piccolo passo per l’uomo. Non ero vestito da supereroe come in un film di Matthew Vaughn o un libro di Jonathan Lethem, non avevo ufficiali al mio comando, non avevo un cappello con visiera degno di Ufficiale e Gentiluomo, ma leggevo e leggevo continuamente e di continuo nonostante il velivolo, un gigantesco essere dentro la cui pancia metallica giacevo ansioso intrappolato dalla cintura di sicurezza, si librasse in volo spingendosi nell’aria ed eruttando fumo a temperature immense. Era come essere dentro la pancia di un drago. Affianco a me una coppia che sorrideva senza sapere, facendo finta di non sapere che stavano giocando col fato, una roulette russa micidiale in cui basta il minimo errore per tramutare potenza e velocità in un canto di autodistruzione.
Gli assistenti di volo sono persone coraggiose, di valore, i piloti degli eroi, sfidano la morte ogni giorno, sfrecciano nei cieli prendendosi gioco della fisica e chi è religioso anche dell’onnipotente! Hanno un’unica fede, quella dei fratelli Wright. Alcuni hanno delle cicatrici dei numerosi atterraggi di fortuna, le spalle robuste e furia di portare gente inerme all’esterno del mostro di metallo urlante e in fiamme, per mettere in salvo!
Il 18 corrente mese prenderò l’aereo di ritorno.
L’IMPROBABILITÀ DEI MORTI DEL CARSO SI RICONDUCE A DEI BAMBINI CHE CHIEDONO DOLCI
Di tanto in tanto mi manca Trieste.
Trieste non è la mia città ma è la città di mio padre. A Trieste la mia famiglia ha una casa che era la casa di mia nonna che purtroppo è mancata poco più di un anno fa.
Mi ha detto la mia coinquilina che Berlino è fredda non solo a causa della temperatura rigida invernale, ma anche a causa del vento che soffia insistente nei mesi freddi.
Subito ho pensato a Trieste e poi al Carso e al suo vento gelido che vi rimbalza e scema, per modo di dire, investendo la città e spazzando il mare preparando i giorni seguenti ad un azzurro gelido e spietato.
Mi viene in mente un romanzo letto recentemente di uno scrittore e giornalista tedesco, Veit Heinichen, che vive da anni a Trieste. I MORTI DEL CARSO, un noir che chi conosce Trieste e un po’ d’Istria non potrà che apprezzare.
Inizia a fare freddo qui, non molto ancora, ci si attesta su 1, -1 la mattina, ma durante il giorno non si va di molto oltre. Se si esce senza i guanti si inizia a ricordarlo dopo pochi minuti, senza un copricapo dopo quindici minuti circa sorge una leggera emicrania in stile sinusite.
Forse qui mi malediranno, la mia coinquilina che è freddolosa per sua ammissione in primis, ma non vedo l’ora arrivi il freddo quello brutale. Voglio provarlo. Odiando il caldo persistente non dovrebbe darmi troppo fastidio e poi cosa lascio? Lascio la Pianura Padana, uno dei climi peggiori d’Italia e non solo. E non solo. Tanto vale ripeterlo, ma non è amarcord, è sarcasmo sociopolitico.
Tre anni fa mi sono trasformato in uno zombi e lo voglio ricordare. Era Halloween e io sono quello a destra.
Questo Halloween ero in cucina a casa da solo ed è suonato il campanello.
Il mio egocentrismo mi ha fatto alzare e mi ha fatto aprire la porta nonostante non potesse essere nessuno per me e non fosse l’ora di consegne Amazon o affini (quando i marchi diventano parole comuni significa che è troppo tardi) e mi trovo di fronte tre bambini vestiti da mostri con maschere.
Io rido.
Loro no.
Mi parlano in tedesco.
Dico loro che parlo poco il tedesco.
Mi correggo e dico loro che non parlo il tedesco.
Loro mi propongono l’inglese.
Dico si affranto.
Trick or Treat mi dicono.
Prevedibile penso.
Dico loro di aspettare un attimo.
Vado in cucina in uno stato prossimo all’ansia e frugo nel frigo.
Trovo una ciccolatina che avevo preso al supermercato, era solo una, era mia.
Porto la cioccolatina ai bimbi scusandomi che è solo una e loro sono tre.
Mi ringraziano.
Chiudo la porta.
Viviamo nel peggiore dei mondi possibile ma WORST CASE SCENARIO E’ ANCORA FERMO
Voltaire e la sua ironica opera Candide, che in italiano hanno tradotto in Candido, giusto a suggerire un’aura di malattia venerea fastidiosa, scherza e riflette sul migliore dei mondi possibili. Si prendono un po’ gioco del filosofo Leibniz, che non credo fosse affetto da candida, ma comunque è sua la cosa del migliore dei mondi possibili.
Pare con la scusa del mondo migliore avesse convinto una prostituta che poi risultò essere affetta da candida… no non è vero, sto scherzando.
Ora, Worst Case Scenario è un film di cui si parla da un tot di anni ormai. Non l’hanno mai realizzato perché nessuno mette i soldi, inutile girarci attorno, è solo quello il motivo.
Si parla di zombi biomeccanici e già ho le bave alla bocca!
Guardatevi il promo trailer e godete:
Rigodete:
Ma direte, questo blog si chiama Berlingcalling, cosa c’entra con Berlino! Beh in realtà se avete visto il trailer con la Germania c’entra.
Ma per i puristi ecco a loro RAMMBOCK, film Berlinese sugli zombi, molto carino devo dire. LO vidi in sala un anno fa a Trieste al scienceplusfiction.
Locandina e di seguito trailer (sottotitolato in inglese)